Il testo Romagnolo
Storia e curiosità di uno strumento di cottura perfetto e regionale che ha ormai varcato i confini ed è arrivato nelle cucine di tutta Italia.
Qual’e’ il vero segreto per cucinare una piadina perfetta? Leggi qui e lo scoprirai.
Queste teglie si chiamano "testo" – andiamo a scoprire assieme cosa sono.
Il testo romagnolo è una padella larga e completamente piatta e arginata da un bordino piu alto sul lato.
Si utilizza su fornelli come una normale padella, ma i materiali utilizzati, unitamente alla sua forma fanno sì che la piadina in cottura sprigioni il massimo della sua fragranza.
Anche il nome "testo" ha origini antiche, infatti fa riferimento ai "testum", ossia le tegole in terracotta che state trovate negli scavi dell’antico impero romano per cuocere sottili sfoglie di impasti fatti con farina e acqua: l’antenato storico della piadina.
D’altronde Rimini è una citta romana, ne sono testimoni diversi ritrovamenti e il famosissimo Ponte di Tiberio, quindi non è inusuale che la piadina possa essere nata proprio qui.
Gli antichi testi in terracotta sono stati sostituiti da quelli in ghisa e successivamente da quelli in acciaio o alluminio rivestiti di uno strato antiaderente.
I manici sono stati realizzati con diversi materiali che non trasmettono il calore, dalle più moderne plastiche alla bachelite, al legno.
L’utilizzo di un testo per cuocere la piadina è elementare e chiunque può in pochi minuti realizzare la piadina perfetta: basta riporlo sul fornello e quando ben caldo appoggiarci una piadina e cuocerla circa 1 minuto da ogni lato (o comunque fino a quando non siano visibili dei bolli marroncini).
Il testo è uno strumento ideale per la cottura delle piadine ed è perfetto anche per cuocere verdure, carne e tanto altro.
Per ottenere la massima fragranza delle tue piadine puoi usare un testo in alluminio teflonato per i fornelli classici a gas oppure il nuovissimo testo a induzione, che finalmente è sul mercato dopo anni di ricerche e prove, data la domanda sempre più incalzante di una padella che avesse queste caratteristiche di cottura.
Il fondo adatto all’induzione di questa padella per cuocere piadine e cassoni ti permetterà di avere la massima resa di cottura e delle piadine eccezionali anche in una cucina di nuova generazione.
Questi testi hanno la forma adatta a distribuire il calore uniformemente su tutta la superficie, di modo che posando la piadina sopra questa si scaldi tutta nello stesso modo.
Ideale è che il testo sia ben caldo quando appoggiamo la piadina. Questo ci permetterà di avere una cottura uniforme e ottimale.
La Piadina Romagnola è un cibo relativamente semplice, marcatamente locale e tipico, la cui produzione e consumo nel territorio di produzione ha radici antichissime.
La preparazione della piadina è sempre stata un’attività svolta dalle donne di casa, dette nel linguaggio locale azdore. Il rito compiuto da queste donne intente alla preparazione ed alla cottura della piadina appartiene alla cultura presente in tutte le case romagnole.
In ogni famiglia questo "pane" ha avuto un posto sulla tavola.
Fino a cinquant’anni fa, o anche meno, la piadina era un sostituto del pane a cui si ricorreva in due circostanze: quando si terminava il pane e tra una infornata e l’altra si impastava questa specie di focaccina sottile; e quando mancava la farina e si impastava quello che si trovava creando delle palline che si rendevano sottili e si cuocevano in un attimo sul testo ben caldo.
Nel secondo dopoguerra e migliorando le condizioni generali di vita, andrà piano piano scomparendo l’abitudine di impastare farina di mais con altre farine povere e si diffonderà, parallelamente, la buona piada di frumento sia nelle campagne che nelle città, che non sarà più considerata un surrogato del pane, ma una golosa alternativa.
Fino ad allora la piadina si trovava solo sulle tavole delle famiglie romagnole.
L’azdora (la donna di casa, anzi, la "signora" della casa) dopo aver provveduto a preparare la cena o il pranzo, preparava un impasto di farina, acqua, sale e strutto o olio, ne faceva piccoli pani che poi venivano stesi a mano con il matterello fino ad assumere la forma di disco largo e sottile che successivamente veniva cotto sulla teglia o testo.
L’abitudine di preparare la piadina in casa si è un pò persa nel tempo.
Questo sia per colpa delle mutate abitudini di vita, le donne lavorano sempre più frequentemente fuori casa e i pasti vengono preparati sempre più di fretta, sia per il fiorire, a partire dagli anni settanta, di chioschetti e punti vendita dove la piadina viene venduta pronta per il consumo.
Negli anni novanta fanno la comparsa sugli scaffali dei punti vendita delle confezioni di piadine confezionate precotte, che necessitano solo di essere scaldate e che si conservano in frigo anche per molti giorni.
Da che era un prodotto casalingo e locale, consumato in una parte di regione, la piadina comincia ad essere diffusa, grazie anche all’appeal che ha sulle migliaia di turisti della riviera romagnola, che una volta tornati a casa comprano la piadina al supermercato ricercando quella sensazione di svago e serenità dei periodi di vacanza.
Varcando i confini regionali e diventando emblema di Romagna e di vacanza, la piadina entra di diritto nei cibi cult, addirittura menzionata in canzoni pop (chi non ricorda "quel progetto di esportare la piadina romagnola"?) e distribuita ovunque, a cominciare dagli Autogrill dove diventa uno dei panificati più venduti al banco.
Imprenditori illuminati che sono riusciti a riprodurre fedelmente forma e sapore della piadina anche in ricette industriali, la comodità di averle nel frigo e in due minuti avere un pasto pronto hanno fatto si che la piadina e il testo romagnolo, lo strumento adatto a prepararle, si siano affermate e diffuse ormai in tutte le famiglie italiane e non.
C.RIZZIOLI